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15 modi di amare i guanti da portiere

15 modi di amare i guanti da portiere

Francesco Ressa

Se sei un portiere, stai per leggere un post molto divertente su di te e sul tuo amore per i tuoi guanti da portiere, il principale elemento che ci differenzia da tutti gli altri calciatori.

Puoi essere un portiere tesserato per una squadra o semplicemente uno che si diverte con gli amici ogni tanto su uno dei tantissimi campi di calcio a 5 sparsi per l'Italia. I guanti da portiere possono essere, assieme alle scarpe, gli unici accessori che siamo liberi di scegliere - se tesserati per una società o parte di qualche squadra amatoriale - e di indossare secondo le nostre inclinazioni e manie.

In questo post cercherò di soffermarmi su come trattiamo i nostri guanti. Come ci poniamo nei loro confronti e che tipo di rapporto, distaccato, normale o morboso, siamo capaci di instaurare. In quasi dieci anni di attività, abbiamo conosciuto tantissime tipologie di portieri e ho pensato di classificarli in base a questo aspetto, certo che in tanti ci rivedremo in più di una categoria.

1. Il latin lover

Per lui i guanti nuovi sono l'amata da proteggere e curare. Appena acquistati, vengono visti con occhi lucidi e brillanti. Le mani li toccano con gentilezza e tremano al tatto. Si ha paura ad usarli. Le prime parate vengono vissute con timore. Via la palla e subito gli occhi sul palmo a verificare che non ci siano graffi. E ai primi cedimenti, la disaffezione e il lento e inesorabile allontanamento.

2. L'indossatore

I guanti vanno indossati. Subito e sempre. In campo, certo. Ma anche negli spogliatoi. E in camera. A letto. Nel bagno. Ovunque. Ogni occasione è buona per averli sulle mani e guardarli. La scusa è quella di dargli la forma. Ricordo però, che dopo la decima volta, gli altri avranno pena per lui e fingeranno di ignorarlo.

3. Il finto distaccato

I guanti sono una necessità. Si lasciano nel borsone e si tirano fuori solo per usarli. Eppure, appena usciti, l'aurea magica che trasmettono, fa l'impossibile. Cura maniacale dell'ultimo minuto, sperando vanamente che un po' di acqua o qualche unguento miracoloso possano trasformarli in lampade attira insetti. Nulla di tutto questo e quell'amore fugace terminerà poco prima di richiudere il borsone. I guanti verranno di nuovo abbandonati lì dentro. Sino alla prossima volta.

4. Il vero distaccato

Come quello finto, si ricorda dei propri guanti solo nello spogliatoio. Ma non fa nulla per prepararli. Spesso li estrae e li indossa così come li trova, sporchi dall'ultima volta che li ha usati. Secchi e duri come il calzino sudato e dimenticato nello stesso borsone per un mese. Poco importa, l'importante è che siano là e possano essere messi. Sempre meglio che lasciarli a casa.

5. Il potenziale venditore abusivo

Il suo borsone è composto per metà di guanti. Ne ha uno per ogni occasione e perde tempo solo per sceglierne uno che poi cambierà prima, durante e anche dopo la partita o l'allenamento. E' sempre pronto a consigliare gli altri portieri. E se può, c'è sempre un paio usato da poter cedere a pochi euro.

6. Lo sbadato

E' quello certo di aver messo i guanti in sacca. E invece finisce per farseli prestare o giocare senza. Fortunatamente, spesso ha il paio di riserva. A casa.

7. Il fighetto

Sceglie i guanti in tono con le scarpe e con la divisa. E' attento ad ogni particolare. Più attento ad apparire perfetto, piuttosto che a parare, sia mai che possa sporcarsi o rovinare qualcosa. Immancabili le foto nello spogliatoio o sul campo dove fa notare che nulla è lasciato al caso. Pronto per una casa di moda. O il manicomio.

8. Il reduce di guerra

Non gioca con i guanti, ma con i loro resti. Non c'è distinzione tra modelli da oltre 100 euro, le palesi imitazioni rimediate su amazon o quelli trovati nelle patatine. Vanno bene anche se manca metà del palmo, il cinturino non si attacca neanche con la colla e sul dorso è rimasto solo il sangue degli avversari. Varie le giustificazioni, ma resta imbattibile quella scaramantica. Perché c'è sempre una partita memorabile da ricordare. Come lo sbarco in Normandia.

9. Il vintage

Indossa vecchi modelli ormai fuori produzione da tempo. Li conserva con cura e riesce ad usarli anche a distanza di anni, apparentemente come se fossero nuovi. Quando invece, la realtà dice che è ora di cambiare, l'unica certezza è trovare ancora una volta lo stesso identico modello. Disponibile solo in museo.

10. L'esotico

Cerca di distinguersi tra gli appassionati, acquistando solo guanti dei marchi più improbabili, probabilmente realizzati dai soliti produttori pakistani. E' spesso avido consumatore, cambiando paio come farebbe Cristina D'Avena in un medley di sigle dei cartoni animati. Quando sta per scattare il ritornello, si passa ad altro. Sempre made in Pakistan.

11. Il pignolo

Sempre insoddisfatto dei suoi guanti. Il pallone non resta attaccato alla mano, sfugge via come se fosse di sapone. Eppure dovrebbero fermarlo come un magnete. La sua perenne insoddisfazione dovrebbe portarlo a cambiare spesso paio, ma invece persevera per mesi, se non anni. E poi, al momento di prenderne dei nuovi, spenderà ancora una volta 15 euro. E sarà di nuovo, inaspettatamente, insoddisfatto.

12. Il pignolo spendaccione

Come il suo collega di sopra, ma capace di lamentarsi di modelli professionali, oggettivamente performanti e usati anche dai portieri professionisti. Ma non bloccano il pallone. Non lo trattengono. Non si incolla. Spiegare che la palla viene fermata dalle mani è impresa ardua. Serve un corso di tecnica di presa. I miracoli sono riservati solo a chi crede in entità superiori.

13. Il previdente

Usa solo guanti da portiere con le stecche, perché ha subito negli anni diversi infortuni alle dita. Non si preoccupa della loro rigidità. L'importante è non farsi male. Poi, volenteroso, decide di tornare ad usare quelli normali, ma puntualmente, la volta successiva rimetterà quelli steccati. Dopo due mesi, passati lontano dai campi, a curare qualche dito spaccato.

14. Il paranoico

Non sa che modello acquistare. Tentenna per mesi, ha dubbi immotivati, si preoccupa per nuove collezioni in uscita chissà quando. Attento a qualsiasi particolare, spesso inutile. Poi indossa da anni modelli più che economici, la cui unica caratteristica rilevante, è quella di poter essere indossata senza che si rompano.

15. Il discount

Lui non si fa tutte le domande del paranoico. Non gli serve sapere nulla. Si va al primo negozio e si compra il modello più economico possibile. Quello che dopo due mesi puzza di pecorino romano stagionato, mischiato ad uova marce. Portatore insano di malattie virali. Spero che queste tipologie ti abbiano strappato qualche risata. Sto certamente dimenticando più di qualcuno, ma molti di voi si immedesimeranno in più di una di queste categorie. L'ho fatto anche io, che ho preso spunto su di me per scriverne qualcuna, ma non vi dirò quali. Intanto, torno a medicare il mio mignolo saltato... E se vuoi leggere ancora qualcosa di divertente, ti consiglio altri due post del nostro blog. Il primo parla delle cose che facciamo prima di giocare in porta, mentre nel secondo analizziamo tutti i tipi di portieri che ci sono in giro, dall'improvvisato all'urlatore folle.

 

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