Guglielmo Vicario oggi è un grande portiere, ma non è un predestinato. Il suo nome non è mai apparso tra i giovani più promettenti nel ruolo. Non aveva media favorevoli e procuratori che l'hanno più o meno involontariamente spinto. Nessuna trafila nelle nazionali giovanili. Niente che potesse far presagire la sua grande crescita e maturazione. Eppure c'è un dettaglio che a qualcuno non è passato inosservato: l'essere nato in Friuli, terra ricchissima di portieri importanti, primo fra tutti Dino Zoff, tra i più grandi portieri italiani della storia.
Certo, questo non basta e infatti ciò che davvero sta facendo la differenza in questi anni da professionista, non è la sua origine territoriale, ma altre componenti fondamentali per avere successo in qualsiasi ambito della vita: lavoro e forza di volontà.
La sua carriera
Vicario nasce il 7 ottobre 1996 (esattamente come chi sta scrivendo questo pezzo, solo qualche anno prima...) quasi un anno dopo l'esordio di Buffon in Serie A. La sua formazione calcistica è vicino casa, per approdare al settore giovanile dell'Udinese nel 2013. In quella primavera c'era una concorrenza incredibile: Meret e Perisan gli erano davanti e Scuffet era già aggregato alla prima squadra.
Interessante quanto raccontato dal suo scopritore Renzo Nadin su Sportitalia. Lo vide giocare in un'amichevole e rimanendone colpito, non perse l'opportunità di averlo con sé nella stagione successiva al Fontanafredda, allora militante in serie D. Vicario si mise immediatamente in evidenza da under, passando la stagione successiva al Venezia, appena rinato dal fallimento.
In Veneto rimane anche in Lega Pro e in Serie B, ma senza fare il titolare fino all'inizio della stagione 2019/2020 dove si prende il posto di Lezzerini. Purtroppo il Venezia retrocede dopo i playout persi ai rigori contro la Salernitana, ma per lui arriva il trasferimento al Cagliari nel corso dell'estate.
La stagione successiva è nuovamente in B al Perugia. Altra ottima stagione, ma stesso risultato, con la retrocessione ai rigori nella sfida play out, questa volta contro il Pescara.
Il Cagliari decide di riportarlo definitivamente in Sardegna, secondo dietro Alessio Cragno, titolare inamovibile e nel giro della nazionale. Il suo esordio in Coppa Italia contro la Cremonese è da ricordare e lo fa scoprire a tanti che ne avevano solo sentito parlare.
Per dare un'idea della persona Guglielmo Vicario, riporto parte delle sue dichiarazioni dopo quella partita: "Per il mio percorso di crescita questa è la strada migliore. Ho la fortuna di potermi allenare ogni giorno con Cragno e Aresti, dai quali posso apprendere tanto. Essere in un gruppo così, in Serie A, vuol dire tanto per il mio miglioramento. Le occasioni arriveranno, conosco il mio ruolo, sono felice dell'esperienza che sto vivendo a Cagliari. Non è solo un discorso di età, ma di vissuto, sono il secondo di Cragno che è il terzo portiere della Nazionale, con oltre cento presenze in Serie A, per me è motivo di orgoglio".
Dopo quella stagione, l'interesse intorno a lui ha portato l'Empoli a prenderlo in prestito con diritto di riscatto a 10 milioni di euro. La sua avventura in Toscana la conosciamo tutti. Una crescita talmente evidente da destare l'interesse delle grandi squadre. L'acquisto viene concretizzato a fine stagione a 8,5 milioni di euro, anche per la retrocessione dei sardi in B che li costringono a scendere a patti per il trasferimento.
Altra salvezza da protagonista e nel nostro piccolo, la vittoria del premio di Migliore Portiere della Serie A 23/24 sul nostro sito. Rimane fuori, invece, dalle nomination della Lega Serie A, che gli preferisce Di Gregorio, Provedel e Skorupski.
Abbiamo appena accennato alla considerazione mostrata da alcuni club importanti. Chi si era avvicinato più di tutti è stata probabilmente l'Inter, quasi pronta a sceglierlo come sostituto di Onana. Talmente avanti da avere una concreta trattativa con la squadra toscana, cosa confermata dal Presidente Corsi dopo la cessione al Tottenham.
L'impatto in Inghilterra
La Premier League, il campionato oggettivamente più competitivo al mondo. Terra in cui i portieri italiani non hanno mai pienamente convinto. Tra quelli più rappresentativi ricordiamo Carlo Cudicini e Vito Mannone. Brevi esperienze anche per Gollini, Sereni e Taibi (parentesi disastrosa).
Vicario arriva a Londra per sostituire Lloris, capitano e attualmente con 361 presenze. Un monumento decisamente difficile da sostituire. Soprattutto considerando che il portiere francese è tuttora in squadra (dopo essere stato molto vicino alla Lazio).
Dopo poche giornate di campionato, i risultati parlano chiaro: nuovo idolo dei tifosi, media tutti concordi nel considerarlo uno dei migliori acquisti di tutta la sessione estiva di mercato. Importante anche il contenuto esborso economico degli Hotspurs, che lo hanno pagato solo 20 milioni più bonus. Pensate ai 55 milioni investiti dal Manchester United per Onana...
Il suo rendimento è indubbiamente oltre le più rosee aspettative. In ogni partita c'è almeno un intervento rilevante. La sua tecnica esplosiva ed esteticamente spettacolare ne accresce l'entusiasmo, quasi incontrollabile sui social.
Vicario e la Nazionale italiana
In tutto questo è inevitabile pensare alla Nazionale. La concorrenza è altissima come non accadeva da anni. C'è Donnarumma, sempre contestato da una parte dell'opinione pubblica per il passaggio al PSG e per l'incostanza delle sue prestazioni. Questo però non sembra sufficiente per metterne in discussione il posto.
Fa davvero specie pensare che Vicario non abbia mai giocato in nessuna rappresentativa giovanile, ma questo ci porta più facilmente a comprendere l'enorme lavoro svolto in tutti questi anni. La dimostrazione che l'impegno, la costanza e una ferrea volontà possono supportare il raggiungimento dei propri obiettivi.
Il 24 marzo 2024 arriva l'esordio a New York contro l'Ecuador.
I guanti da portiere di Vicario
Ultima cosa, ma non la meno importante. Quali sono i guanti usati da Vicario? Da sempre con guanti da portiere Reusch, dal settembre 2023 lo stiamo vedendo con guanti Uhlsport.
La sponsorizzazione è diventata ufficiale nelle settimane successive e ora è diventato uno dei principali testimonial dello storico brand tedesco, merito anche delle sue ottime prestazioni in campo e a un atteggiamento professionale e positivo.